“L’odore subito ti dice senza sbagli quel che ti serve di sapere; non ci sono parole, né notizie più precise di quelle che riceve il naso.”
Italo Calvino
Se chiedessi quale è la patria del profumo molti risponderebbero la Francia. Se vi dicessi che i francesi non avevano la più pallida idea di quello che era un profumo? Mi prendereste per pazzo?
Eppure è così! Fu l’italianissima Caterina de’ Medici nel 1533 quando sposò il suo coetaneo il quattordicenne Duca d’Orléans, futuro re di Francia Enrico II a introdurre il profumo l’Eau de la Reine, l’Acqua della Regina, alla corte francese, già largamente in uso nelle Corti italiane, grazie anche al suo profumiere di fiducia Renato Bianco, conosciuto anche come René le Florentin e dai frati domenicani di Santa Maria Novella. Mirabilmente interpretata nel film La regina Margot da Virna Lisi che ottenne tra gli altri il premio di miglior attrice a Cannes proprio per il ruolo di Caterina.
L’olfatto è spesso associato a qualcosa di animalesco, basta osservare a come interagiscono con gli odori, anche con quelli sgradevoli, gli animali, fuggendo solo nei casi in cui avvertano pericolo. Avere naso, avere fiuto per gli affari, oppure andare a naso, espressioni del linguaggio comune che la dicono lunga su quanto l’olfatto sia il senso che ha la sua importanza e condizioni le scelte delle persone. Fin dalla nascita gli esseri viventi si riconoscono dall’odore e grazie a esso sopravvivono e vivono. Basti pensare ai neonati che “a naso”, individuano la madre dall’odore e grazie a esso con serenità traggono il nutrimento dal seno. Bisogna però ammettere che l’essere umano ha ridotto notevolmente la capacità di utilizzo dell’olfatto. Per Darwin fu a causa dell’evoluzione in homo erectus che la nostra specie ha modificato l’area di percezione dell’olfatto, spostandolo di fatto dal basso verso l’alto. Mutando la posizione dell’organo olfattivo non essendo più vicino al terreno ha modificato anche il suo modo di interagire con ciò che lo circonda mettendo in gioco gli altri sensi. Basta considerare l’attrazione sessuale che per gli animali è rimasta olfattiva, mentre per noi è diventata più visiva.
L’olfatto, nonostante i caratteri primordiali ha subito una evoluzione: utilizzato in base alla percezione di profumo o maleodore è utilizzato e diventa il parametro per stabilire ciò che è buono da ciò che non lo è. Il profumo e il suo opposto la puzza, sono stati e sono riferimenti per le scelte anche a livello sociale, si è messo in contrapposizione tra quello che era morale o immorale, tra puro o corrotto, tra santo o peccaminoso. Il profumo ha aiutato alla elaborazione dei simboli, dando vita a un codice di odori dal quale, la letteratura, in particolare nella poesia, ha tratto ispirazione. Il profumo ha dato voce e ha interpretato la voce sottile dei sentimenti.
Se utilizzato in una dimensione liturgica i profumi diventano mezzo di elevazione spirituale. La parola profumo con molta probalità deriva dal latino per fumum che vuol dire attraverso il fumo ed era quell’atto rituale di bruciare delle sostanze odorose su un’ara e con questa azione accattivarsi gli dei e spaventare i dèmoni. Pensiamo al dio Anu babilonese che dispensanndo i suoi doni li fornisce anche di grandi quantità di profumi. Ricordiamoci dei santi della cristianità, che aderendo pienamente al divino si dice siano in odore di santità. Le stesse sedi divine sono ricche di fragranze olfattive che le caratterizzano e sono complementari agli altri elementi sensoriali: i Campi Elisi, i giardini dell’Eden, l’Olimpo sono tutti luoghi ricchi di profumi.
Come moderne Inanna, la Venere sumera, che rivela l’arte profumiera e cosmetica o come Enone la profumiera degli dei, che inizia gli uomini ad acquisire competenze in merito, carpite a sua volta di nascosto, entrando nelle stanze segrete di Afrodite, sono le sorelle Ambra e Giorgia Martone. Nel complesso in zona Tortona a Milano, dove erano in origine i laboratori e la fabbrica di profumi della famiglia Martone oggi convertito nel primo Hotel à Parfum, il Magna Pars Suites a Milano, che il foodtravelblogger Mattia Lorenzetti ha già raccontato nel suo blog, vi è anche questo magico luogo, il LabSolue. Tutto il complesso architettonico nasce sulle fondamenta di quegli edifici intrisi di profumo della fabbrica di famiglia e nella riservata Via Forcella, trovi il nuovo Laboratorio di Profumi, il Perfume Laboratory, dove gli oggetti antichi, storici ed originali degli anni ‘60 utilizzati nella fabbrica hanno trovato un nuovo spazio e nuova vita riposti all’interno del mobile in legno, collocato dietro al bancone che si ispira a quello memorabile del laboratorio farmaceutico Marvin, il marchio cosmetico storico di Vincenzo Martone.
Il LabSolue è un luogo dove fare un viaggio sensoriale vero e proprio. Posti su isole in legno gli imbuti in vetro pirex poggiati su dischi di specchi, sui quali è scritto il nome dell’ingrediente olfattivo utile per realizzare, grazie alla lunga esperienza e al bagaglio formativo decennale, un profumo personalizzato, ma anche per fare un vero e proprio viaggio sensoriale, per quei #viaggiatori che vogliono stimolare le 400 proteine recettrici dell’olfatto umano e inebriarsi con note di fondo, note di cuore o note di testa che si diffondono nell’aria ed emozionarsi con gli aromi dei legni, i sentori dei fiori e gli effluvi dei frutti.
Il Laboratorio riprende le orme del “Rinascimento italiano” e dialoga con lo splendido e contemporaneo hortus coclusus che l’intera struttura del Magna Pars circonda e racchiude nel suo “cortile” interno. Una piccola libreria privata, composta da opere sull’arte profumiera e sulla letteratura del profumo, collezionate nel corso degli anni completa ed è un ulteriore elemento di arricchimento per i più curiosi. Qui si prosegue un percorso iniziato da secoli. Perché un profumo non è solo lo studio degli ingredienti che lo compongono, non è costituito da soli chimici elementi calibrati nelle giuste quantità, è, invece, una vera e propria arte del sentire, è inebriarsi di piacevolezza, con l’intensità e la qualità delle molecole odorose sapientemente calibrate tra loro. Un profumo è un viaggio nella storia e un viaggio nella nostra cultura, è un’opera d’arte realizzata da artisti di talento. Inebriarsi con profumi di fiori, di frutti, di legni e poi selezionare l’Essenza preferita, gelosamente conservata in frigoriferi speciali e farla propria è accessibile e alla portata di tutti al LabSolue.
#IVI
“Il profumo è l’accessorio di moda basilare, indimenticabile, non visto, quello che preannuncia il tuo arrivo e prolunga la tua partenza.”
Coco Chanel
Libri utili: Aromi sacri Fragranze profane. Simboli, mitologie e passioni profumatorie del mondo antico di Erika Maderna, Aboca Edizioni
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