“Mai, né prima né dopo Lorenzo Lotto, è riuscito a un artista di dipingere sul volto del modello tanta parte della sua vita interiore”
Bernard Berenson
L’inquetudine, il malessere che lo spinse a spostarsi spesso in cerca di committenze e di lavori che gli permettessero di emergere ed esprimere al meglio la sua arte. Venezia, Bergamo, Treviso, le Marche, Roma, i luoghi dove ebbe modo di lavorare. Straordinario ritrattista ed eccellente pittore che con la cura attenta dei dettagli riesce a trasmettere all’osservatore le emozioni dei personaggi dipinti. Straordinaria la tavolozza dei colori che Lorenzo utilizzò, un colore emotivo il suo, che segue di pari passo le sue sperimentazioni che lo caratterizzano stilisticamente. Lotto è una rarirà della pittura della prima metà del Cinquecento ed è uno degli artisti vicino alla nostra sensibilità. Nato nel 1480, il suo essere sconfitto e schiacciato dai suoi contemporanei in particolare da Tiziano, deriso da Pietro Aretino, poco considerato dal Vasari, riscoperto e riproposto dall’americano Bernard Berenson, è l’artista che si avverte più vicino a noi rispetto a quelli più blasonati dello stesso periodo. Ci si identifica all’uomo Lotto, soprattutto in tempo di crisi come quello che viviamo, dove le capacità e la qualità non sono spesso riconosciute e se riconosciute non valorizzate adeguatamente.
La mostra Lorenzo Lotto il richiamo delle Marche a Palazzo Buonaccorsi a Macerata è l’appuntamento da regalarsi e non perdere in questi giorni fino al 10 febbraio. Il percorso proposto dai curatori ha diverse sfaccettature e non si limita a Macerata, ma coinvolge buona parte della regione dove Lotto ha avuto modo di lavorare. La mostra si sviluppa con la parte documentale. La ricca bibliografia e i documenti originali accompagnano il visitatore alla conoscenza dell’artista attraverso i testi che lo riguardano pubblicati nei secoli successivi alla sua dipartita. Da Giorgio Vasari contemporaneo di Lotto, a Carlo Ridolfi, a Francesco Maria Tassi, a Luigi Antonio Lanzi, a Amico Ricci, a Bernard Berenson ed altri ancora, sono i protagonisti dell’interessantissima parte che delinea Lotto e introduce alle Opere provenienti da collezioni internazionali come la Gemäldegalerie della Staatliche Museen di Berlino, il British Museum di Londra, Il Musèe du Louvre di Parigi, il Museo Nazionale Brukental di Sibiu, il Museo del Prado di Madrid o il Musée des Beaux Arts di Strasburgo, ma anche dal Museo Poldi Pezzoli di Milano, dal Museo Correr di Venezia e dalle Collezioni del Quirinale. Sono i primi tasselli di un mosaico, che si compone di altre tessere sparse sul territorio. La mostra, infatti, è incompleta e l’invito è quello di visitare il territorio marchigiano dove è custodito il 15% della intera produzione dell’artista. Otto tappe, altre otto tessere, otto città da visitare: Ancona, Cingoli, Jesi, Loreto, Mogliano, Monte San Giusto, Recanati, Urbino, otto momenti per viaggiatori instancabili.
Alla Pinacoteca Civica Francesco Podesti di Ancona, di recente ristrutturata e riallestita secondo i nuovi canoni espositivi, è conservata la Sacra Conversazione, detta anche Pala dell’Alabarda, commissionata nel 1538 per la chiesa di Sant’Agostino. Nella Chiesa di San Francesco alle Scale, a pochi passi della Pinacoteca situata sull’altare maggiore, si lascia ammirare la Pala dell’Assunta dipinta nel 1550.
Realizzata per l’altare maggiore della Chiesa di S.Domenico a Cingoli, attualmente chiusa per inagibilità a seguito del sisma del 2016, è esposta momentaneamente nella Sala degli Stemmi del Palazzo Comunale, la Madonna del Rosario.
La pala della Deposizione, la pala di Santa Lucia, la Madonna delle Rose e due tavolette raffiguranti l’Angelo Annunciante e la Vergine Annunciata, le cinque opere da vedere a Palazzo Pianetti a Jesi. C’è da ricordare che Jesi ha dato i natali allo Stupor Mundi.
A Loreto la vita di Lorenzo Lotto si concluse come oblato della Santa Casa di Loreto. Al Museo Pontificio Santa Casa di Loreto sono conservate sette tele che decoravano l’antica Cappella del Coro, alcune delle quali eseguite dal pittore proprio negli ultimi anni di vita. Il Cristo e l’Adultera, San Michele caccia Lucifero, l’Adorazione del Bambino, il Sacrificio di Melchisedech, il Battesimo di Cristo, l’Adorazione dei Magi e la Presentazione di Gesù al tempio. Un altra grande tavola il San Cristoforo con Bambino tra i santi Rocco e Sebastiano (1532-1533) la si può ammirare all’interno della Basilica della Santa Casa.
A Mogliano il MASM Museo Arte Sacra Mogliano ospita con la cornice originale, la Madonna in gloria con gli angeli e i santi Giovanni Battista, Antonio di Padova, Maria Maddalena e Giuseppe detta anche la Pala dell’Assunta, dipinta nel 1548, proveniente dalla chiesa di Santa Maria di Piazza.
Alla Chiesa di Santa Maria in Telusiano a Monte San Giusto nella sua cornice originale si trova la Crocifissione, un altro capolavoro di Lotto.
Al Museo Civico Villa Colloredo Mels a Recanati è conservato il capolavoro giovanile di Lotto, il Polittico di San Domenico del 1508, commissionato dai frati del convento di San Domenico con il contributo economico del Comune e della Confraternita di S. Lucia. Tutti i personaggi della pala vennero ritratti col volto rattristato esprimendo i sentimenti legati alla decisione di Giulio II di togliere a Recanati la giurisdizione sul Santuario di Loreto nel 1507. La Trasfigurazione di Cristo è l’altra opera conservata sempre al Museo Civico di Recanati che risente del periodo romano di Lotto che ebbe modo di cogliere lo stile di Raffaello anch’egli alle dipendenze nello stesso periodo del pontefice romano. C’è poi da vedere il San Giacomo Maggiore e il capolavoro assoluto del Maestro la sua Annunciazione.
Col San Rocco del 1549, custodito alla Galleria Nazionale delle Marche a Urbino si conclude il viaggio alla scoperta delle opere “marchigiane” di Lorenzo Lotto.
“Per capire bene il Cinquecento, conoscere Lotto è importante quanto conoscere Tiziano”
Bernard Berenson
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