Dopo 13 anni
Saranno passati almeno 13 anni da quando scoprii l’esistenza della chiesa, costruita nel secondo Duecento, di Santa Maria in Cryptas, detta anche Santa Maria alle Grotte a Fossa. Decisi allora, che sarebbe stata una delle future mete da visitare. Come a tutti, capitano contrattempi che vincono sulla volontà che costringono a rimandare il viaggio. Il terremoto del 2009 fu l’impedimento ulteriore in quanto la chiesa subì dei danni che imposero la chiusura, fu coperta con un telo verde militare e transennata. L’immagine di quella chiesa coperta col quel telo è rimasta impressa nella mia memoria. Il timore che potesse essere uno degli edifici che avrebbero richiesto tanti anni per il restauro o che venisse dimenticata sono stati un pensiero ricorrente. Che magnifica sorpresa quando ho scoperto che ha riaperto i battenti dopo il restauro e gli interventi di consolidamento strutturale.
Partire…
Un provebio spesso citato dalle mie parti recita “chi ha tempo non attenda tempo”, che vuol dire se hai modo di fare una cosa falla subito. Eccomi a scrivere della visita e dell’emozione vissuta qualche giorno fa in occasione delle giornate del FAI.
…subito all’interno
Il primo pensiero è stato quello di entrare all’interno senza osservare l’esterno come di consueto. Ecco la meraviglia! Composta da una sola navata divisa in tre campate col tetto composto da capriate in legno e il presbiterio quadrato al quale si accede salendo tre gradini e superando l’arco e ogivale che la sovrasta e che separa idealmente le due parti della chiesa. Il presbiterio è voltato a crociera coi costoloni che poggiano su quattro pilastri posti agli angoli dell’abside stesso. L’impianto segue il modello cistercense anche se ha un portale d’ingresso ad arco acuto di gusto gotico con con due leoni in pietra posti uno al lato esterno del capitello di sinistra, quello di destra è mancante e uno in chiave. La facciata dell’edificio ha la forma di capanna.


Come già scritto nel titolo è dedicata a Maria che pare andò a sostiture quello della dea Vesta titolare dell’ipogeo, la cripta, su cui è stata successivamente edificata la chiesa. Le pareti sono tutte affrescate e balzano subito all’occhio i due stili pittorici. Quello della parete rivolta a sud, il presbiterio, sull’arco trionfale e sulla parete della contro-facciata sono opera di artisti bizantini cassinesi. Quello della parete a nord ha uno stile protogiottesco. Quest’ultima venne riaffrescata dopo il crollo della parete avvenuto in seguito a un altro terremoto avvenuto nel 1313. I temi affrescati sono così suddivisi seguirò l’ordine cronologico visto che coprono un arco temporale ampio.
Si inizia col XIII secolo
Partiamo dal periodo della seconda metà del Duecento che interessano la parete della prima campata a destra della navata. Gli affreschi trattano gli episodi della Genesi. La Creazione del Sole e della Luna, segue la Creazione degli animali, degli uccelli, la Creazione dell’uomo seguita da quella della donna. Di Adamo ed Eva nel Paradiso Terrestre, l’episodio del Peccato Originale e infine la Cacciata dal Paradiso Terrestre.



Nella seconda campata sono sopravvissuti solo gli affreschi della parte più in alto visto che gli affreschi del secondo e terzo registro andarono perduti in seguito alla costruzione di un altare che poggiava sulla parete. I soggetti superstiti rappresentati sono profeti con in mano un cartiglio che paiono intenti a proclamare in nome di Dio.

L’ultima campata, quella vicino alla porta è suddivisa in tre registri. Quello in alto risuddiviso in due riquadri della stessa grandezza con i Santi Giorgio intento a uccidere il drago e quello che pare San Martino con mantello, ma in realtà è San Maurizio, entrambi i santi sono ritratti a cavallo. Nel secondo registro c’è una sorta di Ciclo dei Mesi che va da luglio a dicembre i mesi si distinguono in quanto le figure sono intente a svolgere le mansioni agresti tipiche del periodo di quel mese. I mesi precedenti sono andati perduti e dovevano essere sulla parete opposta quella di destra che è stata riaffrescata.


Le immagini ritratte a Santa Maria in Cryptas mi ricordano un altro affresco più articolato e dettagliato rispetto a questo di Fossa che si trova anch’esso in Abruzzo, a Bominaco, all’Oratorio di San Pellegrino. C’è da sottolineare che quello di Bominaco era utilizzato dalla comunità monastica e l’artista era un miniaturista mentre questo a Fossa è rivolto ai fedeli. L’ultimo registro è affrescato con tre figure considerate i Patriarchi ossia Abramo, Isacco e Giacobbe nell’azione di abbracciare le anime. Sulla controfacciata è rappresentato il Giudizio Universale.

Sulle pareti del presbiterio la narrazione è focalizzata sugli episodi della Passione di Cristo con Ultima cena, l’Arresto, la Flagellazione, la Crocifissione e Deposizione di Cristo nel Sepolcro. Sulla lunetta della parete centrale dell’abside campeggia un Cristo Pantocratore al centro sopra la finestrella, a sinistra San Giovanni Battista e San Paolo ed a destra San Pietro e San Giovanni Evangelista. Nella lunetta di destra si riconoscono i Santi Simeone, Jacopo e Luca, in quella di sinistra si distinguono i Santi Bartolomeo e Taddeo. Nella volta a crociera è dipinto il cielo stellato. Una Madonna che allatta il bambino e l’Adorazione dei Magi sono le figure ritratte sull’arcone, precisamente a sinistra la Madonna e a destra i Magi.









Gli affreschi del XIV secolo
Sulla parete sinistra le scene della narrazione riguardano la vita della Madonna iniziando da San Gioacchino tra i pastori, proseguono con l’Incontro presso la Porta Aurea, l’Annunciazione, la Natività, la Malattia della Vergine, il Trasporto del corpo di Maria da parte degli Apostoli, la Deposizione della Vergine e infine l’Assunzione.




XV secolo
Nella seconda campata di sinistra è inserito un altare archiacuto dove è affrescata un’Annuciazione. Sulla superficie interna dell’arco sono affrescati San Sebastiano, San Bernardino da Siena e altri due santi. Attualmente le vesti sono tutte rosse un tempo i colori dovevano essere azzurri evidentemente i materiali usati per affrescare i soggetti di azzurro Non ha retto l’azione del tempo facendolo diventare rosso.



XVI secolo
All’angolo di fronte all’arcone e la prima campata a sinistra è inserita una loggetta che ha raffigurate sulla faccia frontale Santa Caterina d’Alessandria e San Rocco, sulla volta della loggetta all’interno l’Incoronazione della Vergine e intorno sulle quattro vele i Quattro Evangelisti.




Due chicche finali. Nell’altare sotto la loggetta c’è una riproduzione della Madonna del Latte del 1283 di Gentile da Rocca che è conservata al Museo Nazionale d’Abruzzo. Se avete modo fateci un salto a vedere il Munda a L’Aquila non rimarrete delusi, anzi, avrete modo di gustare altri capolavori abruzzesi e la serie delle bellissime Madonne. Un’altra madonna è quella nell’edicola che si trova sulla parete dell’arcone sestiacuto nella posizione opposta a quella che si trova sotto la loggetta. La madonna settecencesca ha il bambino in braccio seduta su un trono e un cielo stellato dipinti.

Chi avrebbe immaginato che dentro a una chiesa dall’esterno così semplice custodisce un vero tesoro. Sicuramente Santa Maria in Cryptas è uno dei cicli pittorici da non perdere quando si è in Abruzzo, per il grande valore artistico. Per chi desidera visitarla basta contattare il comune di Fossa inoltrando la richiesta al Sindaco alla mail comunefossa@tin.it. La disponibilità di chi vi accompagnerà è il valore aggiunto e la testimonianza di un popolo e di un territorio che sa ripartire dal bello della cultura.
#IVI
Bibliografia utile per Santa Maria in Cryptas: Castelli e tesori d’arte della Media Valle dell’Aterno, collana Scrigni, Carsa Edizioni.
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